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Castillo de Ursino
Piazza Dante
Fontana dell'Elefante, Piazza Duomo
Catedral de Catania
Palazzo Biscari
Via Etnea
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Anfiteatro greco-romano
Villa Bellini - Park
Catania Cathedral
Piazza Duomo
Teatro Romano
Catania
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Casa di
Verga
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Malavoglia
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Stazione Catania
Centrale
(09 Min)
Stazione Catania Porto Acquicella (03
Min)
Ciminiere Centro
fieristico
(10 Min)
Il castello Ursino fu voluto da Federico II di Svevia e fu costruito fra il 1239 ed il 1250. L'imperatore aveva pensato il maniero all'interno di un più complesso sistema difensivo costiero della Sicilia orientale e come simbolo dell'autorità e del potere imperiale svevo in una città spesso ostile e ribelle a Federico. Nei primi anni del XV secolo l'edificio è circondato dalla città e diverse casupole vi si addossano. Re Martino I di Sicilia nel 1405 sgomberò lo spazio intorno al maniero, per ricavare una piazza d'arme, demolendo tra gli altri il convento di San Domenico, lì ubicato dal 1313. Fu probabilmente dotato anche di un ponte levatoio. Secondo il Correnti sarebbe stato costruito sulla riva del mare per volontà di Federico II e il nome "Ursino" dato al castello deriverebbe da Castrum Sinus ovvero il "castello del golfo
La fontana dell'Elefante è stata realizzata da Vaccarini nell'ambito della ricostruzione della città etnea dopo il terremoto dell'11 gennaio 1693. In modo acritico è stato ribadito che l'architetto palermitano si ispirò all'Obelisco della Minerva di Gian Lorenzo Bernini. In realtà l'iconografia dell'elefante sormontato da un obelisco con palla sulla sommità è documentata nell'Hypnerotomachia Poliphili (Venezia, 1499) attribuita a Francesco Colonna.
La chiesa è stata più volte distrutta e riedificata dopo i terremoti che si sono susseguiti nel tempo. La prima edificazione risale al periodo 1086 - 1094 e fu realizzata sulle rovine delle Terme Achilliane risalenti all'epoca romana. Su iniziativa del conte Ruggero giunse dalla Calabria l'abate Angerio dal monastero dell'Ordine benedettino di Sant'Eufemia, il quale fu nominato vescovo della ricostituita diocesi della città proprio dal sovrano normanno, sotto la sua direzione l'edificio acquisì tutte le caratteristiche di ecclesia munita (cioè fortificata).Contestualmente accanto al prospetto meridionale fu edificato il monastero dell'Ordine benedettino per se e per i canonici. L'interno presentava superbe colonne di granito. I capitelli, i fregi e gli ornamenti di svariata fattura indicavano la diversa provenienza e il riutilizzo di parti di templi pagani e rovine romane
Al palazzo si accede attraverso un grande portale su via Museo Biscari, che immette nel cortile centrale, adorno di una grande scala a tenaglia. All'interno, si trova il "salone delle feste", di stile rococò dalla complessa decorazione fatta di specchi stucchi e affreschi dipinti da Matteo Desiderato e Sebastiano Lo Monaco. Il cupolino centrale era usato come alloggiamento dell'orchestra, ed è coperto da un affresco raffigurante la gloria della famiglia Paternò Castello di Biscari. Si accede alla cupola attraverso una scala decorata a stucco (che il principe Ignazio chiamò "a fiocco di nuvola") all'interno della grande galleria affacciata sulla marina. Tra le altre sale vanno ricordate quella "dei Feudi", con alle pareti grandi tele rappresentanti i numerosi feudi dei Biscari; gli "appartamenti della principessa", costruiti da Ignazio V per la moglie, Anna Morso e Bonanno dei principi del PoggioReale, con boiseries di legni intarsiati e pavimenti di marmo di epoca romana; la "galleria degli Uccelli" e la "stanza di don Chisciotte". Infine particolare importanza riveste il Museo, dove un tempo era raccolta la grande collezione archeologica (oggi in parte al Museo civico del castello Ursino) di Ignazio V, grande studioso, archeologo e amante delle arti in genere.
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